Neil Gaiman, Hugh Everett III e tutte le loro copie

Diego Tonini
5 min readOct 10, 2018

Non credo che Nel Gaiman abbia conosciuto di persona Hugh Everett III, almeno non in questo universo, ma se lo avesse fatto porbabilmente si sarebbero divertiti un mondo assieme. Il fatto è che al buon vecchio Neil le teorie di Everett piacciono proprio tanto e, più o meno esplicitamente, ce le ficca in tutte le sue storie.

Ma chi cavolo è questo Hugh Everett III e, soprattutto, quali sono queste teorie?

Hugh Everett III è famoso per due ragioni: per essere il padre di Mr E degli Eels e, cosa ben più importante, per essere il fisico che per primo formulò l’interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica.

Fermi tutti! Interpretazione? ma non stavamo parlando di scienza? la fisica mica si presta a interpretazioni, deve valere per tutti, non è un’opinione…

La meccanica quantistica però è una cosa misteriosa, non solo per la complessità della matematica che c’è sotto: nel suo dominio di utilizzo, cioè quando gli effetti della gravità sono trascurabili, funziona, le sue equazione descrivono bene i fenomeni e forniscono predizioni inaccordo con gli esperimenti, quando però si arriva all’essenza delle cose, a capire cosa è effettivamente la realtà e perché si comporta così… beh, le cose si fanno decisamente più fumose.

Penso si possa tranquillamente affermare che nessuno capisce la meccanica quantistica. (R.Feynman)

Esistono quindi le interpretazioni della meccanica quantistica, cioè:

tentativi di definire un quadro di riferimento coerente delle informazioni che la meccanica quantistica fornisce sugli elementi di realtà del mondo fisico elementare.
Le diverse interpretazioni si differenziano per il significato della funzione d’onda (significato ontico o epistemico e completezza) e per alcuni aspetti riguardanti il determinismo, il realismo, la violazione della località, l’esistenza della funzione d’onda universale, il collasso della funzione d’onda, il ruolo dell’osservatore. (Fonte: Wikipedia).

Non ci avete capito niente?
Andiamo con ordine.
per la meccanica quantistica, lo stato di ogni particella e per estensione anche di un oggetto macroscopico viene descritta da una funzione d’onda, cioè da una funzione nelle tre coordinate x,y,z e in quella t del tempo. In parole povere, la funzione d’onda descrive la probabilità di trovare la particella in una certa zona e in un determinato intervallo di tempo.

Ci siete fin qui? Bene.
Ora, dalla nozione stessa di probabilità viene che avrò la certezza di trovare la particella solo se considero tutto lo spazio, o altrimenti detto, che c’è una probabilità, seppur minuscola, di trovare la particella lontanissima dal punto in cui penso che sia.

Ma allora com’è possibile determinare lo stato di una particella? Come la posso trovare? Qui entrano in gioco le interpretazioni.
Secondo l’interpretazione di Copenaghen, la più diffusa, l’atto di osservare la particella provoca il cosiddetto collasso della funzione d’onda, cioè fa sì che la particella, tra tutti gli stati probabili, ne assuma uno in particolare.

Al buon Everett questa spiegazione non piaceva tanto, perché assegnava all’osservatore (o allo strumento di misura) un ruolo speciale, quello di modificare la funzione d’onda facendola collassare; perciò pensò a una spiegazione alternativa, la cosiddetta interpretazione a molti mondi, secondo cui, ogni volta che si osserva una particella e se ne determina lo stato, l’universo si divide in diversi mondi, uno per ogni stato possibile. Ognuno di questi mondi contiene la particella in uno stato determinato e l’osservatore che lo ha misurato.

Figata, no? per esempio in un altro universo Hugh potrebbe non aver avuto figli e in quel mondo nessuno avrebbe la possibilità di ascoltare Novocaine for the Soul. A noi però oggi interessa quella cosa della meccanica quantistica, non la musica indie statunitense.

Gli Eels (fonte: https://eelstheband.com/gallery/10_1_6.html)

OK, ma quando arriva Neil Gaiman? Adesso.
Al vecchio Neil questa cosa dei mondi alternativi deve piacere parecchio perché ce la mette praticamente dentro tutte le sue opere, dalla Londra alternativa di Nessun Dove, al mondo oltre il Muro di Stardust, fino alla realtà in cui gli dei esistono di American Gods. Ma è nella trilogia di Interworld (di cui in Italiano sono usciti i primi due volumi, Il Ragazzo dai Mondi Infiniti e Il sogno d’Argento) scritta assieme a Michael e Mallory Reaves, che la passione per gli universi alternativi diventa preponderante, anzi così importante da essere il fulcro di tutta la storia.

Nella teoria di Everett gli universi non possono comunicare fra loro e restano sempre separati, aspetto fisicamente corretto ma, diciamocela tutta, un po’ noioso. Nell’universo di Gaiman e Reaves invece esistono persone capaci di Camminare tra gli universi, anzi esiste una sola persona capace di farlo, solo che ci sono sue infinite varianti negli infiniti mondi possibili e, come in ogni romanzo che si rispetti l’eroe, anzi gli infiniti eroi devono vedersela contro i cattivi di turno che mettono a repentaglio il multiverso.

Perché vi parlo di questo libro? ci sono molti (forse infiniti…) motivi:

  1. perché adoro Neil Gaiman, anche quando, come in questo caso, è l’ideatore della storia ma non colui che l’ha scritta, almeno non in questo universo.
  2. Perché da scienziato e appassionato lettore non posso che apprezzare i romanzi in cui si attinge così profondamente alla scienza moderna per realizzare una storia divertente.
  3. Perché adoro come Gaiman sia in grado di scrivere storie per ragazzi fottendosene dei canoni dei romanzi per ragazzi e riuscendo comunque ad avere successo. Interworld è una saga che poggia su concetti complessi, ma gli autori sono comunque riusciti a renderla una lettura piacevole, e questo è un gran talento. Viene da chiedersi comunque se il libro avrebbe mai visto la luce se al posto del nome Neil Gaiman ci fosse stato quello di uno scrittore sconosciuto, magari italiano… un giorno dovrò chiederlo al mio alter ego che vive nell’universo in cui è lui l’autore.
  4. Perché mi andava di farlo.

Insomma, tutto questo articolo è un invito a procurravi qualcuno dei libri di Gaiman che ho citato e immergervi nella lettura per provare il piacere che ho provato io e, vsto che ci sono, mi permetto di consigliarvi quello che trovo il migliore anche se non tratta il tema degli universi paralleli: Buona Apocalisse a Tutti, scritto assieme al Maestro Terry Pratchett.

Se vi interessa sapere qualcosa di più su quello che ho scritto, visitate www.diegotonini.com

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Diego Tonini

Writer and science communication enthusiast, I think science can be fun and everyone can understand it!