I grandi mangiano i Piccoli, e un vago senso di ribellione

Diego Tonini
3 min readSep 21, 2018
credit: Pixabay.com

Conosco Medium da qualche anno, ma lo frequento attivamente, come lettore e come creatore di contenuti, solo da pochi mesi; per un utente italiano la cosa che salta agli occhi immediatamente è che i contenuti scritti nella lingua del Manzoni sono praticamente inesistenti, una gocciolina in un oceano di articoli in inglese. A dirla tutta, parte della responsabilità ricade anche su Medium stesso, che circa un anno fa ha deciso di chiudere il suo branch italiano (un inglesismo ogni tanto non fa mai male).

Al di là delle politiche aziendali della piattaforma, quello che emerge è comunque chiaro: le storie su Medium in italiane sono pochissime, e probabilmente sono destinate a diminuire sempre più. Perché? Per quello che il libro Idee Virali chiama effetto San Matteo:

Perché a chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.

(Matteo 25,29)

In parole povere: se sei grosso diventerai sempre più grosso, se sei piccolo, scomparirai.

La comunità di chi scrive in italiano su Medium è minuscola, confrontata con la massa totale degli articoli in inglese, perciò secondo l’effetto San Matteo, destinata a scomparire, o perché gli autori si convertiranno all’inglese nel desiderio di ampliare la loro visibilità, oppure perché molti, scoraggiati, smetteranno di utilizzare la piattaforma per i loro contenuti.

Ma allora perché ti ostini a scrivere in italiano? Bella domanda.

Ci sono tre risposte semplici e una complessa, ecco le semplici:

  1. Me la cavo bene con l’inglese, ma l’italiano mi piace, e mi diverto a scriere in questa lingua. Quindi non voglio smettere.
  2. Mi piace Medium come piattaforma, non ho la pazienza di mantenere un blog, non ho voglia di perdermi in dettagli di grafica e formattazione, voglio scrivere e basta. E Medium mi permette di farlo.
  3. Ho un animo anarchico quindi, anche se tutto fa pensare che sia meglio evitare di fare qualcosa, se ne sono convinto voglio provare a farla lo stesso.

La risposta complessa invece è che non conta solo la dimensione della rete, ma anche quanto e come questa è connessa, e soprattutto conta il fatto che quelli che si rappresentano come i nodi di un grafo sono in realtà persone, e i collegamenti far loro spesso diventano amicizie, rapporti di lavoro, legami. E allora quello che volgio fare io non è collezionare followers o applausi (ma se vi lasciatemene un po’, che comunque fanno piacere), ma conoscere, ance solo virtualmente, scambiare idee, imparare qualcosa.

Perché le idee crescono e maturano solo quando circolano, e circolando ne fanno nascere di nuove e quelle appena nate crescono a loro volta moltiplicandosi sempre di più.

Insomma, è per questo che scrivo, ed è per questo che scrivo su Medium in italiano.

A proposito di idee e di S. Matteo, se passate per Roma andate a San Luigi dei Francesi a vedere la Vocazione di San Matteo, di un certo Caravaggio, lui sì era un tipo anarchico, ed è anche un genio assoluto dell’arte.

Fidatevi, è una visita che renderà la vostra vita migliore.

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, La Vocazione di San Matteo. Fonte: wikipedia

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Diego Tonini

Writer and science communication enthusiast, I think science can be fun and everyone can understand it!